venerdì 25 maggio 2018

Fantasy: un mondo di sottogeneri

Oggigiorno, il genere fantasy si è scisso in una miriade di sottogeneri che a loro volta subiscono diverse contaminazioni che danno origine ad altri sottogeneri. 
Dal "Signore degli anelli" deriva l'high fantasy, che ha e ha avuto molti validi esponenti quali Terry Brooks, Robert Jordan, Brandon Sanderson, Robin Hobb... 
Esiste poi una nutritissima categoria di fantasy per ragazzi, il cui esempio più fulgido è probabilmente J.K. Rowling con "Harry Potter" ma che in realtà nasce, come abbiamo già detto l'altra volta, in parte da "La storia Infinita" di Michael Ende, ma in parte anche dalla serie de "Le Cronache di Narnia" di Lewis, romanzi degli anni '50 che avevano in sé dei chiarissimi richiami all'ideologia cristiana (uno su tutti, il leone Aslan che risorge dalla morte). 
Un altro autore importante, venuto prima di Tolkien, è Robert E. Howard. Morto giovanissimo, grazie ai suoi cicli di racconti pubblicati negli anni '30 su Weird Tales (sopratutto Conan il Barbaro), viene considerato il padre del moderno heroic fantasy o, per meglio dire, dello Sword&Sorcery. I protagonisti del genere sono eroi muscolosi, o più spesso antieroi, che combattono forze del male quali streghe, demoni e spiriti malvagi. 
 Dallo Sword&Sorcery e in contrapposizione all'high fantasy è nato il Low Fantasy, che a sua volta ha dato origine al Grimdark. Il Low Fantasy ha la caratteristica di svolgersi in un mondo inventato nel quale la magia non ha per nulla rilevanza, o comunque una rilevanza molto scarsa per l'evolversi della vicenda. Il Grimdark è un sottogenere che si sofferma sugli aspetti più realistici e brutali dell'umanità, di solito impegnata in guerre di stampo medievaleggiante: sangue e arti mozzati al limite dello splatter, ma anche sesso e bisogni primordiali. 
Il più noto esponente del genere oggigiorno è George R.R. Martin con la saga delle "Cronache del ghiaccio e del fuoco", ma altri nomi importanti sono, per esempio, Joe Abercrombie e Richard K. Morgan. 
 Dalla contaminazione con la fantascienza e il noir è poi nato l'Urban Fantasy, un tipo di fantasy che si svolge nelle nostre moderne città inserendo nei contesti urbani creature fantastiche quali vampiri, licantropi, angeli, streghe... 
Uno dei primissimi esempi è la serie TV "Buffy the Vampire Slayer", che narrava delle vicende di una cacciatrice di vampiri teenager che frequentava una high school americana. Da qui in poi è nata una fiorente letteratura che si rivolge in parte ai ragazzi, in parte agli adulti, e che ha subito anche diverse contaminazioni con il genere romance (tanto da dare vita a un altro sottogenere, il paranormal romance, di cui ci occuperemo nei post dedicati ai romanzi rosa). 
Infine, facciamo un piccolo accenno al NewWeird, un genere nato negli anni '90 che si caratterizza per la presenza di elementi fantasy come la magia mischiati con altri fantascientifici e horror ma, sopratutto, per l'abbandonarsi al bizzarro con creature e ambientazioni strane e originali. 
Il punto di partenza di questo genere, che comunque ha poi subito un'evoluzione, sono gli autori "weird" quali Lovercraft e Clark Aston Smith, i quali puntavano maggiormente su contaminazioni fantasy e horror e non avevano finalità sociali come invece il contenuto dei romanzi NewWeird
Da Lovercraft, Poe e Clark Aston Smith partiremo nel prossimo post per trattare il genere horror.

venerdì 18 maggio 2018

Due alberelli al Salone di Torino

Martedì siamo rientrate dal Salone del Libro di Torino e abbiamo riportato un bagaglio carico di diverse sensazioni. 
Da un lato, il Salone è sempre una festa. Come ci ha detto uno dei nostri amici con cui abbiamo avuto l’occasione di parlare in questi giorni, la cosa davvero importante è che la gente legga e, a giudicare dal grandissimo afflusso di pubblico, pare che di lettori ce ne siano molti. 
Il Salone fa sempre numeri da record, tanto è vero che sabato si è addirittura resa necessaria la chiusura dei tornelli. 
Confermiamo che di gente ce n’era una marea. Ci voleva mezz’ora solo per riuscire a bere un caffè e infilarsi in una delle sale incontri era praticamente impossibile a meno di avere un pass stampa. 
D’altro canto, ci duole aver notato una certa disorganizzazione logistica. Nessun posto dove sedersi, poche indicazioni, nessun wi-fi se non in sala stampa… 
Si tratta forse di piccolezze, ma sommate tutte assieme hanno reso più difficoltosa la fruizione del Salone. E per fortuna noi avevamo il pass, perciò ci siamo evitate il disagio delle file chilometriche di fronte alle biglietterie, aggravato (ma questo tutto sommato è giusto) dai controlli di sicurezza. 
Quello che davvero ci ha lasciate perplesse (e non solo a noi) è stata la disposizione degli stand. Dopo aver saltato la scorsa edizione, quest’anno i grandi editori sono tornati a Torino. La cosa è andata tutta a discapito dei piccoli editori indipendenti, che si sono visti relegare in angoli nascosti dietro alle colonne o, addirittura, in una tensostruttura esterna e mal segnalata che è stata chiamata “Padiglione 4”. 
In caso la situazione si ripeta il prossimo anno, la Regione Piemonte ha detto che rinuncerà al suo stand per fare largo agli altri, ma forse si potrebbe risolvere la cosa semplicemente riducendo lo spazio concesso a qualcuno o, magari, adibendo il nuovo padiglione 4 a tutte quelle aree d’incontro che hanno sottratto spazio gli altri padiglioni. 
Al di là di queste piccole polemiche (che pure vogliono essere costruttive) siamo state contente di conoscere nuovi editori indipendenti. Anche se a un occhio poco attento tutto può sembrare fermo, l’offerta culturale del nostro Paese è sempre più varia e articolata e per tanti editori fuffa (che, dobbiamo ammettere, esistono) ce ne sono altri che svolgono con competenza e passione il loro mestiere. 
Il Salone del Libro di Torino si è presentato ancora una volta come il Gotha dell’editoria italiana; l’importante è ricordare che i migliori non sono solo quelli con lo stand più bello, grande e sfavillante, ma anche quelli che nonostante il loro modesto banchetto sono in grado di produrre libri di alta qualità e valore.

venerdì 4 maggio 2018

Il Guardiano della Soglia

Nel compimento dell’impresa, l’Eroe incontra sempre degli ostacoli ben prima di fronteggiare il suo vero nemico, l’Ombra. Egli può imbattersi in una tempesta, in eventi sfortunati e personaggi ostili.
In particolare, però, può incontrare il Guardiano della Soglia. Questo Archetipo non è il Cattivo vero e proprio, ma il suo braccio destro, un Cattivo minore, per così dire, che ha il compito di ostacolare il cammino dell’Eroe, metterlo in difficoltà, ovvero, metterlo alla prova. Per esempio, nella mitologia classica, in particolare nell’Odissea, Ulisse durante il suo viaggio per tornare a casa naufraga sull’isola di Ogigia, abitata dalla bellissima ninfa Calipso, la quale si innamora di lui e lo trattiene per ben sette anni promettendogli il dono dell’immortalità se avesse acconsentito a rimanere con lei per sempre. Ulisse però non dimentica la sua missione, ovvero tornare a Itaca, e non cede alle tentazioni della Dea. Alla fine la sua tenacia e la sua incorruttibilità verranno premiate.
Altro esempio mitico di Guardiano della Soglia si trova nel famosissimo libro de “La Storia Infinita” dove l’Eroe Atreyu deve superare alcune prove per salvare l’Imperatrice Bambina e tutto il mondo di Fantàsia. La prima di queste prove è proprio la Porta delle Sfingi, che con il solo sguardo inceneriscono gli eroi il cui cuore non è puro abbastanza.
Spesso non c’è uno scontro diretto tra l’Eroe e il Guardiano. Infatti, l’Eroe impara a conoscere il Guardiano e i suoi stratagemmi e a usarli contro di lui; proprio come accade nella filosofia delle arti marziali.
Un Eroe maturo, che ha compiuto il suo percorso, prova compassione per questi nemici minori e li sconfigge senza distruggerli, non ne ha bisogno perché non sono una vera minaccia, dato che egli ha raggiunto un livello di consapevolezza e moralità tali da trascendere il Guardiano stesso. Un esempio di questo tipo è il personaggio di Malfoy nella fortunata serie di Harry Potter di J.K. Rowling. Sia Lucius che il figlio Draco sono dei Guardiani che devono rendere la vita difficile a Harry Potter e sbarrargli il cammino verso lo scontro finale con Voldemort, ma l’Eroe li sconfigge ben prima di incontrare l’Ombra e in più occasioni. Alla fine quando il vero cattivo, Voldemort, uscirà distrutto dallo scontro con Harry, i Malfoy, padre e figlio, saranno stati solo uno strumento attraverso il quale l’Eroe ha dimostrato il suo valore.
L’Archetipo del Guardiano della Soglia ha un ruolo molto importante per lo sviluppo della personalità dell’Eroe, per la sua crescita e lo sviluppo del tema del Viaggio; un tassello da non sottovalutare.