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venerdì 18 maggio 2018

Due alberelli al Salone di Torino

Martedì siamo rientrate dal Salone del Libro di Torino e abbiamo riportato un bagaglio carico di diverse sensazioni. 
Da un lato, il Salone è sempre una festa. Come ci ha detto uno dei nostri amici con cui abbiamo avuto l’occasione di parlare in questi giorni, la cosa davvero importante è che la gente legga e, a giudicare dal grandissimo afflusso di pubblico, pare che di lettori ce ne siano molti. 
Il Salone fa sempre numeri da record, tanto è vero che sabato si è addirittura resa necessaria la chiusura dei tornelli. 
Confermiamo che di gente ce n’era una marea. Ci voleva mezz’ora solo per riuscire a bere un caffè e infilarsi in una delle sale incontri era praticamente impossibile a meno di avere un pass stampa. 
D’altro canto, ci duole aver notato una certa disorganizzazione logistica. Nessun posto dove sedersi, poche indicazioni, nessun wi-fi se non in sala stampa… 
Si tratta forse di piccolezze, ma sommate tutte assieme hanno reso più difficoltosa la fruizione del Salone. E per fortuna noi avevamo il pass, perciò ci siamo evitate il disagio delle file chilometriche di fronte alle biglietterie, aggravato (ma questo tutto sommato è giusto) dai controlli di sicurezza. 
Quello che davvero ci ha lasciate perplesse (e non solo a noi) è stata la disposizione degli stand. Dopo aver saltato la scorsa edizione, quest’anno i grandi editori sono tornati a Torino. La cosa è andata tutta a discapito dei piccoli editori indipendenti, che si sono visti relegare in angoli nascosti dietro alle colonne o, addirittura, in una tensostruttura esterna e mal segnalata che è stata chiamata “Padiglione 4”. 
In caso la situazione si ripeta il prossimo anno, la Regione Piemonte ha detto che rinuncerà al suo stand per fare largo agli altri, ma forse si potrebbe risolvere la cosa semplicemente riducendo lo spazio concesso a qualcuno o, magari, adibendo il nuovo padiglione 4 a tutte quelle aree d’incontro che hanno sottratto spazio gli altri padiglioni. 
Al di là di queste piccole polemiche (che pure vogliono essere costruttive) siamo state contente di conoscere nuovi editori indipendenti. Anche se a un occhio poco attento tutto può sembrare fermo, l’offerta culturale del nostro Paese è sempre più varia e articolata e per tanti editori fuffa (che, dobbiamo ammettere, esistono) ce ne sono altri che svolgono con competenza e passione il loro mestiere. 
Il Salone del Libro di Torino si è presentato ancora una volta come il Gotha dell’editoria italiana; l’importante è ricordare che i migliori non sono solo quelli con lo stand più bello, grande e sfavillante, ma anche quelli che nonostante il loro modesto banchetto sono in grado di produrre libri di alta qualità e valore.

martedì 13 marzo 2018

Tempo di Libri 2018. Un tempo bellissimo

Lo scorso weekend siamo state in visita a Tempo di Libri, la fiera dell’editoria di Milano giunta quest’anno alla seconda edizione. 
Siamo abituate a partecipare alle fiere in qualità di autrici; questa volta invece siamo andate in veste di rappresentanti del nostro studio per raccogliere contatti e conoscere gli editori presenti. 
Tempo di Libri si presenta anche quest’anno come una bella vetrina per la grande editoria italiana. Anche grazie alla presenza di tantissimi ospiti, molti internazionali (tra tutti ne citiamo due che amiamo particolarmente, John Grisham e Joe Lansdale), i lettori di ogni tipo sono usciti dalla fiera soddisfatti. Il pubblico era molto più nutrito rispetto alla prima edizione, infatti le file fuori dalle sale incontri erano lunghissime e gli stand molto affollati. 
Sulla nostra Pagina Facebook potrete trovare la diretta integrale dell’interessantissimo incontro con Joe Lansdale, che ha parlato del nuovo libro della serie Harp e Leonard e ha espresso un pensiero molto lucido sull’attuale situazione politica degli Stati Uniti d’America. 
Noi siamo grandi sostenitrici, oltre che della buona scrittura (che ha una dimensione internazionale), anche dell’editoria indipendente, perciò il nostro scopo è stato in primis quello di conoscere i piccoli editori presenti in fiera. La nostra impressione è stata che ce ne fossero pochi, molti meno rispetto allo scorso anno. Tempo di Libri ancora una volta è parsa una fiera pensata dai grandi editori per i grandi editori e di questo, secondo la nostra opinione, c’è da rammaricarsi, perché le piccole realtà editoriali a volte sono quelle in grado di produrre le opere più coraggiose e interessanti. Nonostante ciò, siamo riuscite a conoscere qualche editore da tenere d’occhio e di cui magari parleremo più approfonditamente in futuro. 
Per ora, vogliamo limitarci a dare qualche consiglio agli aspiranti autori per quanto riguarda la partecipazione alle fiere editoriali: 
1. Andateci. Se la vostra intenzione è quella di pubblicare dovete conoscere gli editori e le fiere sono l’occasione migliore per trovarli tutti riuniti in un solo posto. 
2. Prendete visione del catalogo espositori prima di muovervi da casa. Spulciate i siti internet e poi una volta in fiera comprate almeno un libro da quelli che ritenete più interessanti, per accertarvi di persona della qualità della pubblicazione. 
3. Non portatevi il manoscritto da lasciare agli stand. Di solito finisce nel cestino della carta. Piuttosto, fate due chiacchiere con gli editori, chiedeteli del loro catalogo, della loro linea editoriale e poi informatevi se sono disposti a ricevere inediti in valutazione. Far capire a un editore che si desidera pubblicare con lui perché si conosce e si apprezza il suo lavoro è una buona carta da giocarsi. 
4. Partecipate a più incontri possibili. Andate a sentire i grandi scrittori perché possono insegnarvi molto, ma anche gli autori delle case editrici più piccole per capire il loro percorso passato e il vostro possibile percorso futuro. 
5. Procuratevi dell’acqua, indossate scarpe comode e portate con voi una borsa capiente perché non si esce da una fiera senza aver acquistato almeno tre libri.