giovedì 1 febbraio 2018

Come tutto ebbe inizio. Confessioni di una editor

Settembre 2007. Me lo ricordo ancora. Ero seduta in una grande aula all’interno del Centro di Formazione Padre Piamarta che ospita la scuola di editoria a Milano e, insieme a una cinquantina di ragazzi e ragazze freschi di laurea, stavo sostenendo la prova di ammissione al corso di Tecniche di Redazione Specialistica. Dopo aver consegnato i fogli del test continuavo a ripetermi: speriamo che mi prendano, speriamo che mi prendano! Una ventina di giorni dopo ero seduta alla mia postazione multimediale per iniziare le 650 ore di corso che mi avrebbero tenuta occupata a tempo pieno fino all’estate. Sì, mi avevano presa.
In dieci anni ne ho fatte di cose: la web content editor per un portale per studenti, la catalogatrice di libri per il più grosso distributore italiano, la redattrice per una casa editrice medico scientifica, l’editor per gli esordienti di una collana di narrativa, ho scritto due manuali divulgativi e recentemente mi è capitato di scrivere dei testi per il teatro per una collega dei tempi dell’università. Il filo conduttore di questi dieci anni è ciò che più mi realizza a livello professionale e che più mi diverte fare: lavorare sul testo.
Da bambina mi divertivo a scrivere semplici poesie e brevi racconti, inventare storie. Era il mio passatempo, il mio gioco preferito, la sorpresa è stata riscoprirlo da adulta come lavoro; e qui la passione non è bastata più. È iniziato un lungo percorso (che non è ancora finito e mai finirà) di studio, documentazione, esercizio, formazione, crescita, umiltà. Da grande scopri che non basta avere una bella storia in testa, bisogna anche saperla raccontare.
Credo che uno scrittore debba essere pienamente inserito nella realtà contemporanea e raccontarla attraverso i proprio occhi, il proprio vissuto. A prescindere dal genere da cui trae ispirazione, uno scrittore può parlare di problemi sociali attraverso un Fantasy, o del suo pensiero politico con un romanzo storico. Quando il tema è universale e ognuno di noi può identificarsi nel protagonista e nelle vicende raccontate, allora lo scrittore ha centrato l’obiettivo. Il tutto, ovviamente, senza annoiare il lettore!

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