sabato 14 aprile 2018

Alle origini del fantastico

Quando parliamo di narrativa di genere, forse la prima cosa che viene in mente è il fantastico; questo perché la nostra mente tende a scindere i libri che parlano di cose realistiche da quelli che invece prediligono la più sfrenata fantasia. 
Nel saggio “La letteratura fantastica” Zvetan Todorov sostiene che il fantastico sia la reazione di un individuo che conosce solo le leggi naturali di fronte a un evento in apparenza sovrannaturale. In effetti, se ci si pensa, il fantastico è stato uno dei primi generi letterari mai scritti. 
Si dice che il libro fantasy per eccellenza sia la Bibbia, ma si può partire da molto più lontano, cioè dai miti e le leggende che hanno accompagnato l’umanità sin dalla sua nascita. 
Il primo componimento scritto in tal senso è l’epopea di Gilgamesh, che risale all’incirca al 2500 a.C. Si tratta di un ciclo di poemi epici che narrano delle imprese di un re babilonese in cui intervengono spesso le divinità. 
 Successivi di più di mille anni a Gilgamesh sono i poemi omerici, Illiade e Odissea, a cui fa poi seguito, ovviamente, l’Eneide di Virgilio. 
 Quando il mondo muta e gli antichi dèi pagani vengono sostituiti dal cristianesimo, non scompaiono comunque la superstizione e la necessità di trovare un qualche tipo di spiegazione a fenomeni apparentemente inspiegabili. Ecco che il Medioevo ci restituisce due celebri saghe in cui il fantastico e la magia, uniti ai nuovi principi di cristianità e agli ideali cavallereschi, costituiscono il fulcro della narrazione. Si tratta del ciclo Bretone e del ciclo Carolingio. 
Il ciclo Bretone narra delle gesta di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, mentre il ciclo Carolingio si concentra sulle gesta dei cavalieri di Carlo Magno impegnati nella lotta contro gli Arabi. Entrambi i cicli traggono origine dal componimenti orali che i bardi si passavano di generazione in generazione, ma è possibile citare alcuni autori che misero le canzoni per iscritto: Goffredo di Monmouth, un monaco del XII secolo, il celeberrimo bardo francese Chrétyen de Troyes e poi, un paio di secoli dopo, l’inglese Thomas Malory. 
L’epica italiana del Rinascimento pesca a piene mani da questi componimenti ed ecco che vengono composti capolavori immortali come “L’Orlando Innamorato” di Boiardo e “L’Orlando Furioso” di Ariosto. 
Bisogna comunque arrivare al XIX° secolo per la nascita del romanzo fantastico come lo intendiamo oggi. 
Si sostiene che il punto d’inizio sia “Frankestein” di Mary Shelley, ma “Frankestein” rientra di più in una sorta di sottogenere che è il Romanzo Gotico. 
Nei prossimi post tracceremo quelli che secondo noi sono i punti cardinali del fantasy, analizzeremo i vari sottogeneri e poi arriveremo a dare una panoramica dello scenario moderno.

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