domenica 25 marzo 2018

Genere o non genere, questo è il problema!

Prima di addentrarci nell’analisi vera e propria dei generi letterari, bisogna chiarire la distinzione tra quella che viene definita “narrativa letteraria”, o literary ficition per dirla all’anglossassone, e la narrativa di genere. 
Per semplificare molto, “narrativa letteraria” è tutto ciò che non è riconducibile a un genere specifico (stiamo parlando ovviamente di fiction, quindi invenzione. Tutti i libri che trattano di cose accadute davvero sono un’altra storia). 
Il confine tra narrativa letteraria e narrativa di genere in realtà è molto labile, perché è facile che un romanzo abbia in sé elementi che lo tramutino in un genere. Comunque, per avere un’idea, si può pensare a i grandi autori classici della narrativa americana: Steimbeck, Kerouac, Salinger, Fitzgerald, Roth… 
Tutte le loro opere trattano di vari aspetti della loro epoca; storie plausibili che qualunque dei loro contemporanei può aver vissuto. 
I critici però a volte parlano di “narrativa letteraria” per sottolineare un certo valore culturale che, al contrario, la narrativa di genere non avrebbe, in quanto considerata più commerciale e, addirittura, di pura evasione. 
Questa è un’idea che viene contestata dagli stessi scrittori, che ritengono di non sentirsi affatto sminuiti dal fatto di scrivere narrativa di genere. 
L’esempio più recente e lampante è il Premio Nobel per la Letteratura del 2017, Kazuo Ishiguro, che ha tra la sua produzione un romanzo di genere fantasy, “Il gigante sepolto”. 
Nei prossimi appuntamenti parleremo più approfonditamente della narrativa di genere e dimostreremo come in certi casi essa non abbia proprio nulla da invidiare alla narrativa letteraria.

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